Lara e Caterina con Marta! Le Oscillanti, première...



Gli Oscillanti, domenica  22 giugno 2014 ore 20.45 presso la Corte del Conservatorio "Bruno Maderna" di Cesena, Corso Ubaldo Comandini 1, Cesena (Forlì-Cesena). Libretto di Claudio Morandini, musiche di Marta Raviglia e Manuel Attanasio, con Catia Gori, Lorenzo Giovagnoli, Mariapia Gobbi, Stefano Asioli, Lara Puglia, Chiara Boccatonda, Cecilia Gaetani, Nicoletta Grazzani, Gian Luca Parma, Elisa Iza Babini, Elisabetta Maulo, Caterina Lusuardi, direzione Marta Raviglia

Dopo aver lavorato con Marta al Festival Tutteledirezioni ci accingiamo a farci dirigere in questo nuovo e avventuroso esperimento fra voce, improvvisazione e movimento.


Come tutti i progetti frutto di affiatamento e di sintonie già sperimentate, GLI OSCILLANTI è nato con insolita, bella velocità, da un’idea di Marta Raviglia e Manuel Attanasio, subito accolta da Claudio Morandini, che con i due musicisti aveva già collaborato nel 2010 scrivendo le liner notes per il CD del progetto vocale 'Morfeo' (Monk Records, 2010). GLI OSCILLANTI è uno spettacolo (un’opera, anzi, con tanto di libretto) che, attraverso recitazione, canto e danza, musica scritta e improvvisazione, lavora attorno a motivi come appunto l’oscillazione, l’esitazione, l’attrazione per il vuoto, la perdita d’equilibrio e la ricerca di un nuovo equilibrio, sia pure precario: tutti motivi che hanno richiesto non un intreccio, con tutte le convenzioni del caso, ma piuttosto flussi di parole attorno a situazioni. Parole, dunque: battute di dialogo, tra due personaggi, un LUI e una LEI, che parlano (cantano) come solisti ma a volte sono amplificati dalla polifonia di due sezioni di coro; e scene solistiche e d’assieme che si alternano obbedendo a un tipo di sviluppo tematico di natura più musicale che narrativo o drammatico, e che, oscillando, si dichiarano e allo stesso tempo si smentiscono. Non è stato difficile trovarsi d’accordo su questa non-storia di fluttuazioni, vertigini, beccheggi e lasciare che parole e note si incontrassero e trovassero un’intesa quasi per conto loro. In fondo, non sta forse in questo instabile equilibrio il senso della ricerca artistica, che appunto ondeggia tra controllo e caso, tra struttura e deriva? E, se vogliamo generalizzare vertiginosamente, non sta forse in questo fluttuare continuo tra volontà e abbandono il percorso di ogni vita umana?


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