Un cuore in concentramento... con Valentina Tosi




“Essere il cuore pensante della baracca... il cuore pensante di un intero campo di concentramento. Il marciume che c'è negli altri c'è anche in noi, continuavo a predicare: e non vedo nessun'altra soluzione, veramente non ne vedo nessun’altra, che quella di raccoglierci in noi stessi e di strappar via il nostro marciume. Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza prima aver fatto la nostra parte dentro di noi. E' l'unica lezione di questa guerra: dobbiamo cercare in noi stessi, non altrove”
- Etty Hillesum -

Il diario e le lettere della giovane Etty Hillesum vengono scritti dal 9 marzo 1941 al 7 settembre 1943 nell’inferno dell’Olocausto. Questa straordinaria ragazza, che poteva sfuggire all’orrore ma sceglie di non farlo e di abitare il suo tempo con tutta sé stessa, ci rende partecipi di uno straordinario cammino di maturazione umana e spirituale che non può non trasformare le nostre coscienze. Tra le baracche del campo di transito di Westbork c’è un cuore che si concentra per riscoprire le radici più profonde della nostra umanità, per resistere al male guardandolo bene in faccia con compassione e comprensione e per dilatarsi fino ad accogliere in sé l’umanità intera. Da questo cuore, che vive in uno dei periodi più bui della storia dell’umanità, emana una luce che ci indica la possibilità di costruire un mondo nuovo solo partendo dall’affinare la nostra anima, una luce che non fa sconti e che ci ricorda che il problema del male ci rende tutti corresponsabili e al contempo ci interpella, piena di speranza e fiducia nella capacità dell’uomo di umanizzarsi, a “fare la nostra parte dentro di noi”.

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