Caterina Lusuardi @ Orologio



Giovedi 5 marzo ore 20.45 Caterina Lusuardi presenta Rose Resistenti presso lo spazio culturale Orologio in via Borodin 17/a a Reggio Emilia.

Un matrimonio artistico con il preciso impegno civile e morale contro tutte le forme di dittature.
Tra la performance e lo spettacolo Rose Resistenti propone la narrazione della storia di lotta di quattro donne: Rosa N. (pseudonimo) nata in Calabria e cresciuta in una famiglia della 'ndrangheta operante nel milanese che decide di collaborare non per vendetta ma perchè sente che quella vita non le appartiene; Nouena Dkjl presidente di un'associazione culturale nella provincia di Layoun ai campi profughi di Tindouf, una donna sahrawi attivista che lotta contro l’occupazione del Marocco nel Sahara Occidentale chiedendo con forza un processo democratico di decolonizzazione attraverso l’autoderminazione; Marianna Prandi, madre di una giovane staffetta e moglie di un antifascista e partigiano, che per salvare il marito si fa arrestare; Marcela Antonia De Ledo attivista delle Donne di Plaza de Majo, madre di Alberto scomparso durante la dittatura argentina del ‘76. Marcela marcerà per più di 30 anni fino alla condanna dei militari assassini di 30.000 giovani.
Musica, canto e narrazione si intrecciano dando spirito e forza al susseguirsi degli avvenimenti storici, incisi nella storia personale di ognuna di queste donne che il progetto Rose Resistenti prende come simbolo ed esempio per tutte le lotte che le donne, in quanto donne, hanno portato e stanno ancora portando avanti in tutto il mondo.
La storie sono interpretate da Caterina Lusuardi e legate insieme dalla musica del gruppo musicale composto dalla voce di Alessandro Caporossi, dalla chitarra di Generoso Pierascenzi e dal contrabbasso di Roberto Salario.
Non solo gli uomini hanno sempre lottato ma anche le donne hanno dato il loro contributo a questo preciso obiettivo. La memoria di questi avvenimenti si innesta sul pensiero delle donne di Plaza de Majo che ci rammentano che dire “è stato quel che è stato è immorale” perchè è un oblio voluto dalla repressione. Occorre ricordare, occorre ripercorrere quei sentieri tortuosi, occorre rendere pubblico un giudizio etico popolare che condanna ora e sempre ogni crimine, ogni identità distrutta e calpestata, ogni vita negata.

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